venerdì 11 aprile 2008

La seconda volta non si scorda mai, se è buona la prima

Ieri sera siamo andati io e fè a vedere l'anteprima del film della Canalis.
Si proprio lei, Fè era su di giri si è profumato e ingellato x l'occasione.
Mi ha detto:" Nn si sa mai"
Il film nn è un granchè, molto scontato. Molto bravo l'attore che interpreta Giulio (Alessandro Siani).

La recensione del film dal sito mymovies
Giulio Terracciano è un trentenne apatico, impiegato part-time in un'agenzia immobiliare. Durante una rimpatriata tra vecchi compagni di scuola ritrova Ilaria Fiorito, la bella sorella di un amico. Invaghitosi nel tempo breve di uno sguardo, scopre che la giovane donna è sentimentalmente impegnata con Alberto Ridolfi, un ricco e prestigioso avvocato penalista. Il suo amore avrà la meglio sulle resistenze di Ilaria che capitolerà davanti al mare di Napoli.
La comicità cinematografica italiana nei migliori casi è umorismo, nei peggiori ridicolaggine. Il basso livello deriva da vari fattori. Il primo potrebbe essere l'involgarimento generale e progressivo del Paese. Non è il caso di Alessandro Siani, misuratissimo anche nei triviali cinepanettoni. C'è poi un secondo aspetto: la mancanza di mestiere, e anche questo non difetta al giovane attore napoletano. Il limite della commedia sentimentale, scritta da Siani e diretta da Ranieri Martinotti, sta piuttosto in una terza ragione: da diversi anni il cinema invece di produrre e reinventare non fa altro che sfruttare fino all'esaurimento un filone o un genere e frequentare, per riproporre senza limiti, la Tradizione.
La commedia leggera leggera di Siani fa leva sulla ripetizione, sull'accumulo, sull'enumerazione dei clichè e sulle fissazioni degli italiani (napoletani, milanesi, aretini). La seconda volta non si scorda mai riproduce una convenzionale quotidianità e ride della discreta simpatia e dei leggeri impedimenti che si frappongono alla realizzazione e al trionfo di un eroe piccolo piccolo, che contempla il desiderio di essere moderatamente felice.
In questa direzione il vero trucco del mestiere comico è naturalmente il ricorso alla "napoletanità", all'impasto fra dramma personale ed ambiente pittoresco e alla drammaturgia del disincanto sofferente (quello di Viviani, De Filippo e Troisi). Perché si sa, Napoli nell'immaginario collettivo è la patria di lazzi esilaranti, di frasi che ritornano, di minuscoli qui pro quo. Ancora una volta si ride di una convenzione. Si ride di, non con. Nella "seconda volta" di Siani non c'è alcun filtro interpretativo del mondo, non c'è un atteggiamento preciso nei confronti della vita o una prospettiva morale, c'è piuttosto la superficialità e l'incapacità di scendere dentro le cose. Così basta un bel "Maronna 'o Carmine" per scatenare la risata. Quella che seppellisce e non anticipa né sorprende mai la realtà.

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